Meglio grandi aziende o buone aziende? Per le pubbliche amministrazioni contano le dimensioni. Lo dicono i bandi di gara per l’ARO BA2 e BA5
Strade pulite e percentuali altissime di differenziata, strumenti innovativi di monitoraggio e la raccolta porta a porta. Ogni anno che passa le aziende che si occupano dei servizi di igiene urbana e della raccolta dei rifiuti si specializzano sempre di più, sviluppano strategie adatte a rispondere alle esigenze dei tempi e dei cambiamenti. In Puglia esistono aziende che rappresentano l’eccellenza per quanto riguarda la fornitura di questi servizi ma, purtroppo, sono messe nelle condizioni di non poter lavorare.
I bandi di gara pubblicati dagli ambiti di raccolta ottimali Bari 2 e Bari 5, che hanno come capofila, rispettivamente, Modugno e Gioia del Colle, sembrano fatti apposta per impedire alle aziende pugliesi di lavorare ma anche di lavorare insieme. Uno dei requisiti della gara dell’ARO BA5, infatti, è aver avuto esperienza con bacini di utenza simili a quelli che si dovranno servire, oltre centomila persone, e questo requisito (l’”esperienza pregressa”) deve possederlo l’azienda capofila e non può essere invece il risultato delle esperienze di chi partecipa insieme al bando. Più volte le aziende che avrebbero voluto partecipare alla gara si sono sentite rispondere che il requisito non è cumulabile, né frazionabile, quindi in caso di associazione temporanea di imprese, la mandataria dovrà possedere per intero il requisito richiesto e non in misura maggioritaria. Eppure esiste una giurisprudenza consolidata che si è già espressa in materia. Basta citare una sentenza del Consiglio di Stato del 28/10/2008 che recita testualmente che non possono esserci “criteri discriminanti, illogici e sproporzionati rispetto alla specificità del servizio oggetto dell’appalto, per non restringere (in maniera altrettanto discriminante, illogica ed irrazionale), oltre lo stretto indispensabile, il potenziale numero di concorrenti”.
La gara per l’ARO BA2, inoltre, pretende che le imprese che decidano di partecipare, abbiano già avuto, negli ultimi tre anni, esperienze di raccolta per un bacino minimo di utenza inteso come comuni confinanti. Il bando chiede, cioè, che sia già stata svolto un servizio di raccolta rifiuti in un territorio simile all’ARO di riferimento, nonostante l’introduzione degli ambiti di raccolta ottimale sia recente.
Avremmo preferito che a  questi criteri, che di fatto impediscono la partecipazione alle aziende pugliesi, per la maggior parte rappresentate da piccole e medie imprese, fossero accostati o meglio, sostituiti, da criteri che valorizzino le aziende sane, di qualità; avremmo preferito che le pubbliche amministrazioni non guardassero alle dimensioni delle aziende ma alla loro affidabilità, anche perché le specificità dei servizi di igiene urbana, in particolar modo riguardano il lato innovativo, sono tali che è impossibile fare una valutazione di “economie di scala”.
La Commissione Ambiente di Confindustria Puglia chiede, quindi, di modificare i bandi per quanto riguarda il requisito “esperienza pregressa”, rendendolo cumulabile, frazionabile, favorendo quindi la cooperazione tra le aziende e non una non sana competizione, che vedrebbe, comunque, soccombere senza colpo ferire tutte le aziende del territorio pugliese. In un momento di fortissima crisi, in cui è necessario gettare le basi per un nuovo modo di fare economia, basato sulla responsabilità e sul rapporto con il territorio, e non solo sulla capacità di generare utili, sarebbe auspicabile che le pubbliche amministrazioni iniziassero a valutare le aziende soprattutto in base alla loro salute e non alla loro dimensione.