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- Pubblicato Giovedì, 17 Aprile 2014 12:13 17 Aprile 2014
Ecco quanto sancisce l’articolo “i fabbricanti e gli importatori appongano sui prodotti un’indicazione del Paese d’origine del prodotto o, se le dimensioni e la natura del prodotto non lo consentano, sull’imballaggio o un documento di accompagnamento”.
Il cammino era stato interrotto ad ottobre poiché il testo aveva trovato forti resistenze da una cordata di paesi Scandinavi guidati da Germania e Gran Bretagna, contrari ad imporre per legge la tracciabilità delle merci in entrata.
Il Consiglio UE sarà ora costretto a trovare un accordo al proprio interno, attraverso Commissione, Parlamento e Consiglio, ufficialmente entro autunno. Da non dimenticare che, dal 1° luglio, la Presidenza del semestre europeo spetta all’Italia, forte sostenitrice del marchio “Made in”.
“Un passo fondamentale se si vuole puntare alla crescita e al rilancio del manifatturiero, in Italia come in Europa – spiega Confindustria – grazie al contributo delle associazioni di settore italiane ed europee ed alla mobilitazione degli eurodeputati italiani più convinti”.
Aggiunge Lisa ferrarini, vice presidente di Confindustria, con delega al Made in e alla lotta alla contraffazione “abbiamo superato lo scoglio sinora insormontabile. Ora il Governo deve spendersi all’osso per farlo approvare dal Consiglio”.